Sul pontile di Forte dei Marmi mi godo il sole caldo di una giornata di inizio primavera, giocando ad indovinare il tipo di barche che tagliano l’orizzonte. Non è un passatempo casuale: tra poco arriverà Marco, un mio coetaneo fiorentino con il pallino per velature e sartiame, il quale mi introdurrà al piccolo mondo della nautica a vela. Ho un’idea fissa nella testa: trovare barche capaci di reggere il mare, dotate di una piccola cabina abitabile e soprattutto dai prezzi abbordabili. Arrivata, la mia guida mi fa cenno di salire in moto e di seguirlo. Destinazione il porto turistico del Forte dove Marco mi indica una piccola barca all’ormeggio.

“Che cos’è?” Chiedo incuriosito.
Stag 18, uno scafo a vela di circa sei metri, dotato di una piccola cabina che può ospitare 3 – 4 persone.
“Ha anche un impianto a motore?”
Ha un piccolo fuori bordo di pochi cavalli, giusto quanta basta per eseguire alcune manovre.

Il proprietario dello Stag nota la mia curiosità e mi mostra la cabina, uno spazio ridotto all’osso ma ben tenuta e decorosa con lettini, un lavello e addirittura un micro piano cottura. “Una city car del mare” fa Marco sorridente.
Alla prima sosta al bar smanetto con lo smartphone per saperne qualcosa di più. Il sito www.bolina.it mi offre un breve ma esaustivo quadro del 18: siamo coetanei, entrambi figli degli 80s; a costruirlo è un cantiere del Garda. Sorrido all’idea che le prime acque ad averlo bagnato siano quelle dolci di un lago. 5,5 metri di lunghezza, quattro cuccette, fornello e lavello, addirittura un tavolino e poi la vera chicca: c’è scritto che è adatto sia alla regata che a piccole croicere. Perfetto! Mi resta solo capire quanto possa costare un gioiellino così. Leggo qualche annuncio: prezzi tra i 2500 e i 6000 euro.
“Cosa ne pensi?” chiedo a Marco.

Che prima dovresti valutarne lo stato. Comunque sì il prezzo non è enorme.

“E della barca?”
Il 18 è un numero che mi porta bene, ma non ti fissare troppo su questa ho altro da mostrarti.
Con la scusa di un giro in moto ci spostiamo verso i moli di Viareggio, a pochi minuti dal Forte. La mia guida si ferma di fronte ad una bitta e mi indica il Piviere, barca di poco più di sei metri di lunghezza.
Anche stavolta ho la fortuna di osservare gli arredi della cabina: allestimento sempre molto spartano ma più accattivante dello Stag.

Sai – dice Marco – tutto dipende sempre da come il titolare lo tenga. Comunque il Piviere, che è un mezzo se non erro dei ’70, ha un valore di mercato superiore al ’18’. Devo ricorrere ancora una volta al web. ‘Piviere’: dai 10 mila in sù, somma più contenuta rispetto ai maxi yacht che fanno capolino dalle ultime banchine, ma nel contempo anche impegnativa per una famiglia o per un semplice appassionato di mare.

Se cerchi qualcosa di più abbordabile prova digitando chessò, Challenger! suggerisce Marco
Boats.com propone l’immagine di un Challenger Scout, un 7.20 metri dalla linea affusolata. Apro un’altra pagine di ricerca e saltano fuori istantanee della cabina e dei suoi arredi: cuccetta a due posti verso prua e piccoli servizi. Aggiungo ‘usato’ ed escono anche i prezzi: 3.500 – 4 mila euro.
“Sì, direi che ci siamo: costo contenuto, più lungo dello Stag e anche elegante a vedersi. Stavolta ho fatto centro!”

Marco sorride al mio entusiasmo come farebbe un lupo di mare di fronte ad un marinaio alle prime armi.
La fai facile tu! Sai, come per le auto e le moto anche le barche hanno i loro costi, a partire dalla patente nautica (o addio ‘crocierine’) fino ad arrivare alla manutenzione e al posto barca.

Il mio Cicerone ha ragione: la barca è fonte di soddisfazione e piacere, ma anche di oneri.
Non mi resta che rituffarmi nel mare… di internet per informarmi su quello che occorre prima mettere piede a bordo. Mi par di capire che la patente nautica è una tappa obbligata. Per conseguirla è necessaria

“Una buona preparazione, come ad esempio la conoscenza della barca, del carteggio, delle regole della navigazione (?) La preparazione presso la propria scuola nautica, comprende le lezioni teoriche (che preparano all’esame di teoria) e le lezioni di guida in barca (che preparano alla prova pratica di guida)”. (da patenti-nautiche.it)
E già carteggio ed esami potrebbero scoraggiare qualcuno, soprattutto coloro che sono poco avvezzi a compasso e squadra. Altro spavento potrebbe arrivare con le quote d’iscrizione: tra i 300 e i 500 euro a seconda delle scuole.

Per chi fosse ancora qui a leggere, convinto di andare avanti nella ricerca del suo ‘Eden acquatico’, segnalo il sito www.nautica.it utile per un’infarinatura sul mondo dei diportisti, su termini, nomi, modelli e norme di navigazione.

Già le norme, perché le autostrade del mare sono regolate da codici severi, esattamente come quelle d’asfalto e prima di salpare le ancore è sempre necessario essere competenti in materia.
E poi un consiglio: come diceva Marco evitate di fossilizzarvi su un solo modello o sul fatto che sia o meno un’occasione. D’altronde come pretendere di capire se si abbia davanti quella ‘giusta’ così, su due piedi, al primo incontro o al primo appuntamento? Non siete d’accordo?

 

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